"RANA PLAZA UN ANNO DOPO" Inaugurazione - Comune di Castelfranco Emilia

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"RANA PLAZA UN ANNO DOPO" Inaugurazione

 

La mostra è composta da 20 ritratti fotografici dei superstiti del disastro del Rana Plaza a un anno di distanza dalla tragedia. “Fermare sulla carta questi volti fa ricordare che ci sono luoghi in cui lo sfruttamento occidentale detta le regole disumane, al limite dello schiavismo – ha spiegato il Sindaco Reggianini-, la mancanza di opportunità in un paese in via di sviluppo crea le basi ideali per la sopraffazione, soprattutto dei ceti più poveri e delle donne a cui vengono imposte impietose condizioni di lavoro. Castelfranco con questa mostra cerca di dare “voce” a chi voce non aveva e non ha, cerca, nel suo piccolo, di stare vicino a chi ha subito una immane tragedia”. “Il crollo del Rana Plaza – ha chiosato l’Assessore Mazzoli - rappresenta anche un crollo metaforico di un modello di società che deve essere cambiato, di un sistema che abbandona che è in difficoltà al suo destino. Un’opportunità unica per partecipare al ripristino della dignità di queste persone e per collezionare un pezzo di storia della fotografia d’autore sarà l’asta di beneficenza organizzata, a chiusura della mostra, dal Comune di Castelfranco Emilia. Tutte le opere esposte - saranno messe in vendita e il ricavato andrà interamente devoluto al Centre for the Rehabilitation of the Paralysed, Savar (Bangladesh) che si occupa del recupero fisico e mentale dei sopravvissuti al crollo. L’asta avrà luogo il 27 settembre alle ore 18 presso la Sala Gabriella degli Esposti della Biblioteca comunale di Castelfranco Emilia (MO) – Piazza della Liberazione 5”.

 

Il Rana Plaza

Il 24 aprile 2013 il Rana Plaza, un edificio commerciale di otto piani, crollò a Savar, nell’area di Dacca, capitale del Bangladesh. Si contarono 1.129 vittime e circa 2.515 feriti; più della metà erano donne, insieme a un certo numero dei loro figli, ospitati negli asili-nido aziendali all'interno dell'edificio. Il crollo del Rana Plaza è considerato il più grave incidente mortale della storia avvenuto in una fabbrica tessile e il più letale cedimento strutturale accidentale della storia umana moderna.

Progettata per ospitare solo negozi e uffici, con i piani superiori costruiti abusivamente, la struttura non era abbastanza forte per sopportare il peso e le vibrazioni dei macchinari delle fabbriche. Il giorno precedente la catastrofe furono notate delle crepe sull'edificio e i negozi e la banca ai piani inferiori furono immediatamente chiusi, ma i lavoratori tessili vennero costretti a tornare – addirittura sotto minaccia di decurtazioni di salario dai manager della Ether Tex – dato che i loro supervisori avevano dichiarato l'edificio sicuro.

Nei mesi seguenti, le proteste di piazza per la richiesta di risarcimenti e migliori condizioni salariali (molte famiglie persero i propri congiunti e spesso anche l’unica fonte di reddito) furono soppresse dall’intervento armato della polizia. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) attivò, quindi, una raccolta di fondi attraverso il “Rana Plaza Donors Trust Fund” che, nel giugno 2015, ha raggiunto la cifra prefissata di 30 milioni di dollari per garantire i 5000 risarcimenti previsti dal processo di valutazione.

 

La mostra

L’intento del progetto di Annalisa Natali Murri muove dalla volontà di esprimere le conseguenze immateriali, psicologiche, del disastro, focalizzandosi sulle vittime affette da disturbo post-traumatico da stress e sulla loro battaglia per tornare a condurre una vita normale. A un anno dall’incidente quell’inferno continua a rivivere incessantemente nella memoria di queste persone: c’è chi non riesce più a dormire la notte né può sentire il minimo rumore, altri soffrono di attacchi di panico, perdite di memoria, sentono continuamente voci imploranti aiuto, o vedono i colleghi deceduti a fianco a loro.

I ritratti fotografici di sopravvissuti e parenti delle vittime danno forma alle paure e ai ricordi in una caotica e disorientante fusione di quotidianità e fantasmi del trauma.

Le fotografie esposte a Castelfranco Emilia rappresentano un’occasione per non dimenticare e per riflettere sulla condizioni del lavoro, in particolare quello femminile, tuttora al limite dello schiavismo.

 

Annalisa Natali Murri

Annalisa Natali Murri (1982), fotografa freelance, si è avvicinata alla fotografia per la prima volta all’età di 27 anni, mente frequentava la Scuola di Fotografia Architettonica e Urbanistica a Valencia (Spagna). Subito dopo aver terminato gli studi in ingegneria, iniziò al alternare il lavoro alla fotografia, concentrandosi su progetti di ricerca personale e documentari ispirati prevalentemente da problematiche sociali e relative conseguenze psicologiche.

Il suo lavoro è stato premiato in diversi contesti internazionali, incluso il Sony World Photography Awards (il maggior concorso fotografico al mondo), il 70° e 71° POYi (Picture of the Year International – competizione internazionale per la foto dell’anno). Nel 2014 è stata selezionata in qualità di partecipante per il programma LOOKbetween (Charlottesville, USA) con mentori della fotografia. Attualmente vive a Bologna.

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