Teatro Dadà
Piazzale Curiel, 26, Castelfranco Emilia (MO)
tel. 059 927138
e-mail: info.biglietteria@emiliaromagnateatro.com
informazioni: teatro_dada@emiliaromagnateatro.com
castelfranco.emiliaromagnateatro.com
Emilia Romagna Teatro
Viale Carlo Sigonio 50/4, Modena
tel. 059 2136011
e-mail: info@emiliaromagnateatro.com
https://emiliaromagnateatro.com/
STAGIONE TEATRALE 2024/25
Prelazioni: dal 28 giugno al 6 luglio per gli abbonati a posto fisso e possessori CARD della Stagione 2023/2024 (per esercitare il diritto di prelazione online occorre richiedere alla biglietteria un link di accesso)
Nuovi abbonamenti: dall’11 luglio vendita di tutte le formule d’abbonamento (Card 6, Card UNDER29, Abbonamento PROSA 7, Abbonamento PROSA 7+2) e scelta di spettacoli, date e posti per Card 6 e Card UNDER29
Vendita biglietti: dal 12 settembre
Servizio navetta per gli spettacoli Il risveglio e Crisi di nervi.
Gli abbonati potranno usufruirne gratuitamente.
Per scoprire il programma completo degli spettacoli: castelfranco.emiliaromagnateatro.com
Per informazioni sull'acquisto dei biglietti: https://castelfranco.emiliaromagnateatro.com/la-biglietteria/
Orari biglietteria: da giovedì a sabato dalle ore 10.00 alle 13.30
Tel. 059 927138
PROGRAMMAZIONE TEATRALE ERT
BELLO! - UNO SPETTACOLO DI CIRCO CONTEMPORANEO
Domenica 11 maggio, ore 16.00
Una coinvolgente creazione di circo contemporaneo in cui sette artisti di circo e di teatro riflettono con spensieratezza e ironia sulla “bellezza” della relazione con se stessi e con tutti coloro che la vita ci pone accanto. "Bello!" è uno spettacolo in cui i performer rompono le convenzioni fisiche e mentali sulla bellezza, attraverso un movimento scenico collettivo che genera costante meraviglia.
"Il circo che voglio fare è esigente. Né teatrale né coreografico, ma aperto a tutte le forme di contaminazione, si affida al potere drammatico intrinseco del movimento acrobatico. Fa a meno degli apparati (o ne inventa di improbabili). Fa della dinamica di un gruppo il materiale stesso dell'opera. Si basa certamente su una tecnicità molto elevata e sulla cura della qualità del movimento, ma anche sulla ricerca di nuovi principi di impegno. Molto fisico, è il pensiero in azione. Il titolo dello spettacolo è una triplice provocazione: mette in discussione l'importanza esagerata che l'Italia dà al suo patrimonio storico; critica la perdita di sostanza implicita nell'uso smodato dell'aggettivo 'Bello' ('beautiful' ma anche i suoi equivalenti superlativi come 'great' in inglese o 'super' in francese); designa il nostro impulso a giudicare come una questione filosofica degna di essere trattata drammaturgicamente. In breve, questo è solo incidentalmente uno spettacolo sulla bellezza. È uno spettacolo sul potere di un circo all'erta, alla ricerca, che subordina l'estetica all'etica e intende ridefinire la società con nuovi mezzi." (Francesco Sgrò)
creazione e direzione Francesco Sgrò
co-creazione e interpretazione Britt Timmermans, Mario Kunzi, Tijs Bastiaens, Camille Guichard, Vittorio Catelli, Antonio Panaro e Giacomo Martini
drammaturgia Jean-Michel Guy
accompagnamento coreografico Teresa Noronha Feio
accompagnamento acrobatico Davide Visintini
testi e fotografia Luca Quaia
disegno luci Edwin Van Steenbergen
responsabile tecnico Luca Carbone
scenografie Francesco Fassone con l’assistenza di Jessica Koba
musiche Francesco Sgrò e Pino Basile
costumi Anna Kemp e Agostino Porchietto
produzione Cordata FOR e Fabbrica C
in collaborazione con Flic Scuola di Circo
Progetto realizzato grazie al sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, tramite il bando ArtWaves e Ministero della Cultura, Regione Piemonte, TAP-Torino Arti Performative. Inserito nel progetto di Europa Creativa The Sphere.
FRAMMENTI DI INFINITO
Venerdì 28 marzo, ore 20.30
Il coreografo e performer Aristide Rontini parte dal famoso articolo in cui Pier Paolo Pasolini denunciava la scomparsa delle lucciole dal cielo di Roma per costruire uno spettacolo articolato in tre atti, autonomi e tuttavia collegati dalla riflessione sul valore evocativo della danza e sulla necessità di ascoltare anche la parte non razionale del proprio sé, poiché, osserva Rontini,« La razionalità stimola la servitù, per opposizione l’intuito stimola la libertà di seguire ciò che ciascuno sente veramente, la libertà di essere sé stessi». Aggiunge l’artista: «L’immagine della lucciola, il cui corpo organico è sorgente di tenui bagliori nella notte, ha permesso di creare un parallelismo con il corpo e la sua capacità di accendersi se ha accesso a sé. […] La lucciola mi ha consentito di riflettere sulla precarietà e provvisorietà dell’esistenza e conseguentemente sull’importanza di avere un approccio più aperto verso la conoscenza».
ATTO I Lampyris Noctiluca/solo
ATTO II Back Eye Black/trio
ATTO III Corporale/progetto di comunità
danza (in o.a.) Silvia Brazzale, Cristian Cucco, Orlando Izzo, Aristide Rontini
con la partecipazione di Daniela Bises, Valentina Gaggi, Marta Gambetti, Stefania Gazzotti, Riccardo Natali, Olivia Savigni
musiche originali Vittorio Giampietro
dramaturg Gaia Clotilde Chernetich
collaborazione produttiva Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Oriente Occidente nel progetto Europe, Beyond Access co-finanziato Creative Europe e Nexus Factory nell’ambito di CARNE focus di drammaturgia fisicae del progetto Teatro e fragilità. Verso una comunità danzante
NEL BLU - AVERE TRA LE BRACCIA TANTA FELICITA'
Domenica 2 marzo, ore 16.00
C’è stato un momento in cui il nostro paese – e una gran parte di mondo – è apparso felice. Sono gli anni a cavallo del 1958, gli anni subito prima e subito dopo l’inizio del boom economico. La gente era – o sembrava – felice, carica di futuro negli occhi.
E se c’è un uomo che incarna tutto questo nel suo corpo, se c’è uno che con la sua voce, con la spinta vitale che ha abitato ogni suo passo, rappresenta appieno quegli anni, quest’uomo è Domenico Modugno.
Con una sola canzone rende l’intero occidente felice di esistere. Eppure lui sapeva di lavorare sull’effimero, sull’impalpabile ma, nonostante tutto, si ostinava a crederci: «Io voglio cantare la felicità. Anche se non esiste, mi voglio illudere che esista, devo credere che esista». E lo fa con ostinazione, con tormento interiore, ma fino in fondo.
Nel blu è il racconto intimo di un uomo di una terra dimenticata da Dio – quella Puglia che sarebbe rimasta alla periferia del regno ancora per decenni, almeno fino a quando anche io la lasciai per cercare una vita artistica altrove – che parte all’avventura per “fare l’attore” e si ritrova, dopo pochi anni, a insegnare a tutto il mondo a “volare”: apre la bocca e trascina via con un urlo irrefrenabile ogni residuo fosco del dopoguerra.
Proverò ad accostare la sua storia con tutta la cura possibile, per non tradire un uomo della mia terra, per non tradire la mia terra stessa.
Un racconto di un’esistenza guascona e testarda in cui i musicisti/compositori con me sul palco sono l’altra voce di Domenico Modugno, quella voce che le parole non riescono e non possono rappresentare.
(Mario Perrotta)
uno spettacolo di e con Mario Perrotta
collaborazione alla regia Paola Roscioli
brani originali Domenico Modugno
arrangiamenti ed ensemble musicale Vanni Crociani, Giuseppe Franchellucci, Massimo Marches, Mario Perrotta
produzione Permar - Compagnia Mario Perrotta, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
con il contributo di Regione Emilia Romagna, Comune di Medicina
in collaborazione con Teatro Ruggeri di Guastalla, Teatro Asioli di Correggio, Duel
spettacolo presentato in collaborazione con Coop Alleanza 3.
... FINO ALLE STELLE
Martedì 18 febbraio, ore 20.30
Il cantastorie Tonino e la giovane cantante Maria partono dalla Sicilia degli anni ’50 per inseguire il loro sogno di gloria: un itinerario avventuroso lungo tutta la penisola, attraverso regioni, dialetti e leggende; ma anche un viaggio di introspezione e di conoscenza reciproca. Il tutto raccontato con tanta musica tradizionale, romanticismo, commozione e divertimento dai formidabili autori e interpreti Tiziano Caputo e Agnese Fallongo, di cui Paolo Leone sul 𝐶𝑜𝑟𝑟𝑖𝑒𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑎𝑐𝑜𝑙𝑜 sottolinea la «qualità degli spettacoli e delle accurate ricerche in campo musicale e antropologico. In particolare, in …𝐹𝑖𝑛𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑠𝑡𝑒𝑙𝑙𝑒! la loro grande intesa si trasforma in una straordinaria armonia tra le belle canzoni interpretate sempre con grande ironia e le loro capacità attoriali, notevolissime». Il risultato è uno spettacolo «a cui si assiste con piacere crescente, trascinante, gradevolissimo, divertente, garbato, direi necessario in tempi così turpi. Una vera carezza, una ventata d’aria fresca».
con Agnese Fallongo, Tiziano Caputo, Adriano Evangelisti, Raffaele Latagliata
testo e interpretazione: Tiziano Caputo e Agnese Fallongo
regia Raffaele Latagliata
ARLECCHINO MUTO PER SPAVENTO
Giovedì 23 gennaio, alle ore 20.30
Uno dei canovacci più rappresentati nella Parigi dei primi del ‘700, qui riproposto per la prima volta in epoca moderna, "Il muto per spavento" rappresenta un grande omaggio alla Commedia dell’Arte e all’abilità tutta italiana del fare
di necessità virtù. Con il suo “repertorio” di strumenti del mestiere come la recitazione, il canto, la danza, il combattimento scenico, i lazzi e l’improvvisazione, testimonia la scelta di voler fare un “teatro d’arte per tutti” come la vera e profonda vocazione di Stivalaccio Teatro.
1716. Dopo circa quindici anni di esilio forzato, i Comici Italiani tornano finalmente ad essere protagonisti del teatro parigino e lo fanno con una compagnia di tutto rispetto. Luigi Riccoboni in arte Lelio, capocomico della troupe, si circonda dei migliori interpreti dello stivale tra cui, per la prima volta in Francia, l’Arlecchino vicentino Tommaso Vicentini (nomen omen), pronto a sostituire lo scomparso e amato Evaristo Gherardi. Tuttavia il Vicentini non parlava la lingua francese, deficit imperdonabile per il pubblico della capitale. Ed è qui che emerge il genio di Riccoboni nell’inventare un originale canovaccio dove il servo bergamasco diviene muto...per spavento! La trama è quella “classica” della Commedia dell’Arte, con un amore contrastato e i lazzi e le improvvisazioni lasciate ai personaggi e alle maschere che portano in scena. Qui il giovane Lelio, abbandonata Venezia e giunto a Milano, pretende sia fatta giustizia. Nella sua patria si è follemente innamorato di Flamminia,
figlia di Pantalone De’ Bisognosi, ampiamente ricambiato. Però il padre della giovane l’ha già promessa in sposa a Mario, figlio di Stramonia Lanternani, mercantessa di stoffe, anche se il timido Mario ama Silvia, giovane risoluta e determinata. Ecco il motivo della venuta di Lelio a Milano: ricondurre alla ragione Mario e la madre Stramonia o, alla peggio, sfidare il giovane a duello. La notizia avrebbe dovuto rimanere nascosta, ma Arlecchino, servitore di Lelio, appena giunto in città la diffonde ad ogni anima viva incontrata. Per ridurlo al silenzio il suo padrone gli gioca un tranello: finge che un demonio onniscente sia imprigionato nel proprio anello e, se Arlecchino parlerà, Lelio lo verrà a sapere ed il servitore sarà decapitato. Arlecchino decide dunque di chiudersi in un religioso silenzio, diventando muto… per spavento!
Ispirato al canovaccio Arlequin muet par crainte di Luigi Riccoboni
soggetto originale e regia Marco Zoppello
con Sara Allevi, Marie Coutance, Matteo Cremon, Anna De Franceschi, Pierdomenico Simone, Michele Mori, Stefano Rota, Maria Luisa Zaltron, Marco Zoppello
scenografia Alberto Nonnato
costumi Licia Lucchese
disegno luci Matteo Pozzobon, Paolo Pollo Rodighiero
maschere Stefano Perocco di Meduna
duelli Massimiliano Cutrera
consulenza musicale Ilaria Fantin
trucco e parrucco Carolina Cubria
assistente alla regia Francesca Botti
assistente mascheraia Tullia Dalle Carbonare
produzione Stivalaccio Teatro
in coproduzione con Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile del Veneto, Teatro Stabile di Verona
con il sostegno di Fondation Teatro Comunale Città di Vicenza, Fondation Teatro Civico di Schio
ERODIÀS + MATER STRANGOSCIÀS
Martedì 17 dicembre, alle ore 20.30
Dopo aver assistito alla Cleopatràs messa in scena da Valter Malosti nel 2020, di cui era la protagonista, Sandro Lombardi ha voluto offrire all’attrice Anna Della Rosa la sua interpretazione del secondo e del terzo dei Lai testoriani, di cui fu indimenticato interprete in una memorabile sequenza, dal 1996 al 1998. Non una regia bensì un vero e proprio dono, secondo la tradizione del teatro orientale, in cui l’attore più anziano consegna al più giovane una sua interpretazione. Un regalo al pubblico per un lavoro che si concentra su due eroine a cavallo di un trapasso epocale, due figure femminili che, in modi diversi, si trovano ad affrontare un vuoto d’amore incolmabile e abissale: Erodiade, tormentata da una folle ossessione per il profeta Giovanni; e Maria di Nazareth, piena d’amore puro di fronte alla sofferenza del Figlio durante il Calvario.
Dello spettacolo ha scritto Enrico Fiore: «è stata una delle serate più significative: non solo, intendo, della mia vita professionale, ma anche soprattutto della mia vita tout court».
ANNA DELLA ROSA – Premio Duse 2024 come miglior attrice della Stagione 2023/2024
Premio Internazionale Flaiano 2024 e Premio della Critica 2024, assegnato dall’Associazione Nazionale Critici di Teatro.
da Tre lai
di Giovanni Testori
un progetto di Sandro Lombardi
per Anna Della Rosa
assistente alla regia Virginia Landi
assistente alla drammaturgia Alberto Marcello
disegno luci Vincenzo De Angelis
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione ERT / Teatro Nazionale, Compagnia Lombardi-Tiezzi
progetto realizzato in collaborazione con Associazione Giovanni Testori
Foto di Daniela Neri
IL GIUOCATORE
giovedì 21 novembre 2024, ore 21.00
Roberto Valerio, dopo L’Impresario delle Smirne di Carlo Goldoni del 2013, torna all’autore veneziano, tra i padri della commedia moderna per rivisitare e mettere in scena un testo che colpisce per la sua contemporaneità: Il Giuocatore.
È una delle “sedici commedie nuove” che Goldoni si impegna a scrivere, sul finire del carnevale del 1750, per sfida con il pubblico veneziano, in un solo anno (dando vita ad alcuni capolavori come La bottega del caffè e Il bugiardo). È un vivido studio di caratteri, tratteggiati con brio e precisione, che compongono il ritratto di un’intera società, con le sue virtù e, soprattutto, i suoi vizi. Goldoni si era proposto infatti il compito di rappresentare un “teatro esemplare” che “svegliasse” dalla fascinazione del gioco. E parlava, come sempre per il più umanista dei drammaturghi, per esperienza personale: egli stesso, confessa nella prefazione dell’edizione a stampa, aveva sperimentato sulla propria pelle “le pessime conseguenze di questo affannoso piacere”, frequentatore assiduo dei Ridotti, locali annessi ai teatri specifici per i vari tipi di gioco, diffusissimi nella Venezia del Settecento.
Al centro della commedia c’è Florindo, che divorato dalla passione per il gioco perde tutto: i soldi, le amicizie, l’amore della promessa sposa Rosaura, che pure ama sinceramente, e non esita a promettere di sposare la vecchia e ricca Gandolfa pur di ottenere i soldi per giocare ancora e continuare a sognare, come tutti i giocatori di ieri e di oggi, la “vincita favolosa” che gli permetterà di abbandonare il tavolo verde. Tematica di forte attualità che Roberto Valerio ha voluto rappresentare su una scena, ideata da Guido Fiorato, occupata da una grande barca, che traghetta i protagonisti verso avventure e disgrazie, vizi e tentativi di emancipazione, dramma e commedia, spinta da quel dolce e velenoso vento che è l’illusione, di cui sono vittime tutti i personaggi. Tutti vivono la fantasia di cambiare vita, di vincere, di diventare famosi, di vedere realizzati tutti i loro desideri, sono accomunati da una radicata incapacità di fare i conti con la realtà. È quindi un mare solo apparentemente calmo quello che attraversa chi è preda di dipendenze, che siano affettive, da gioco d’azzardo, droghe, alcol, sesso o, stando alla contemporaneità, da gaming, smartphone, internet o social network, farmaci: finché è possibile rispondere alla richiesta c’è un apparente equilibrio, non appena scatta l’astinenza si scatena la radice profonda del disagio. L’idea della barca è anche omaggio ad un teatro inteso come viaggio e a Giorgio Strehler, che così lo raffigura parlando del commediografo settecentesco, nelle sue Memorie goldoniane riscritte fra la primavera del 1993 e il Natale del 1997 e mai andate in scena, un atto d’amore verso la teatralità. Nel copione, basato sull’autobiografia, si vede un giovanissimo Goldoni che decide di imbarcarsi da Rimini verso Venezia assieme ad una compagnia di comici, viaggio breve ma che simbolicamente, è l’inizio di un percorso che l’autore porterà avanti per la sua intera esistenza.
Il Giuocatore è un testo magnifico, sempre in bilico tra commedia e dramma, di grande modernità, una commedia nera che racchiude in sé la possibilità di raccontare con leggerezza i vizi e le ipocrisie dell’uomo. La musica dal vivo, il ballo e le canzoni originali interpretate dai personaggi contribuiscono a comporre uno spettacolo complesso, divertente e graffiante, ironico e giocoso, che non tralascia il dramma dei personaggi e punta a riscoprire la vera anima di Goldoni, scrittore capace di scandagliare in profondità l’animo umano col sorriso sulle labbra.
adattamento e regia Roberto Valerio
con Alessandro Averone – Mimosa Campironi – Franca Penone – Nicola Rignanese
Massimo Grigò – Davide Lorino – Roberta Rosignoli – Mario Valiani
scene e costumi Guido Fiorato - musiche originali Mimosa Campironi
luci Emiliano Pona
assistente alla regia Irene Pagano | assistente scene e costumi Anna Varaldo
realizzazione scena Laboratorio Scenografia Pesaro
ufficio stampa Elisa Sirianni | foto di scena Ilaria Costanzo I riprese video Lorenzo Marianeschi
segreteria di produzione Sara Bruni | responsabile di produzione Monica Paperetti
Una produzione Teatri di Pistoia – Centro di Produzione Teatrale
TEATRO RAGAZZI PER LE SCUOLE A.S. 2024/25
Rassegna per Famiglie - La Domenica al Teatro Dadà
16 febbraio ore 16.30
Baloon adventures
Clownerie e palloncini
Cosa succede quando un palloncino prende il volo? Tutti alzano gli occhi al cielo, sapendo però che non c'è più nulla da fare. Ma le cose cambiano se a lasciarsi scappare quel palloncino sono due clown che, vestendo immediatamente i panni di impavidi e coraggiosi aviatori, si mettono al comando di una mongolfiera e intraprendono un viaggio per riprenderlo. L’inseguimento li conduce fino a Balloonia dove si ritrovano i sogni sfuggiti di mano, quelli scoppiati e quelli ormai sgonfi. Riusciranno i due clown-aviatori a riportarli a terra? Uno spettacolo comico e poetico, caratterizzato da una narrazione leggera e sognante, condotta ricorrendo alla pantomima e all’utilizzo di coinvolgenti tecniche dell’arte circense,
quali manipolazione di palloncini, giocoleria, spinning di palloni e numero dell'uomo nel pallone. I due protagonisti, stralunati e irresistibilmente comici, invitano gli spettatori a non smettere mai di rincorrere i propri sogni, poiché «cosa significa inseguire un sogno, se non vivere?»
di e con Andrea Meroni e Fabio Lucignano
scenografie Riccardo Pirovano e Marta Fumgalli
costumi Barbara Crimella, Antonella Vino
produzione Collettivo Clown
Clownerie e palloncini
Dai 4 anni
Ingresso a pagamento dai 4 euro
2 febbraio 2025 ore 16.30
Fiabe a colori
Storie di pace e libertà
Tre diverse storie raccontate da un’unica attrice, accompagnata dalla musica dal vivo e attorniata da oggetti che diventano inventivi protagonisti della narrazione. Monica Morini narra le vicende della pecora Beelinda, che cerca l’azzurro del cielo e sogna pascoli di bianche nuvole. L’interprete, poi, si sposta nella terra incantata dei castelli rossi e blu dove, per un capriccio del re, scoppia una guerra contro chi è rosso e contro chi è blu; e, infine, giunge in un grande prato, dove Topo Federico – un omaggio al personaggio creato dall’illustratore Leo Lionni – raccoglie raggi dorati di sole e parole, affinché l’inverno non sia troppo lungo e grigio. Tre racconti fantasiosi e simbolici per parlare in modo semplice e coinvolgente di diritti, colori ed emozioni; tre storie narrate per divertirsi e sottolineare il potere del gioco dei bambini, «capace di fermare una guerra». Uno spettacolo all’insegna della libertà, quella di lasciarsi trasportare dall’immaginazione e di concedersi anche pensieri leggeri.
di e con Monica Morini
pianoforte e clarinetto Gaetano Nenna
regia Bernardino Bonzani
scenografie Franco Tanzi
produzione Teatro dell’Orsa
Teatro d'attore
Dai 4 anni in su
Ingresso a pagamento dai 4 euro
19 gennaio ore 16.30
Papero Alfredo
Papero Alfredo è un burattino molto alla moda: gli piacciono la musica rap e il free style, le challenge e le dirette video. Il burattinaio Bruce l’ha creato durante il lockdown e, quando è stato il momento di uscire finalmente di casa e incontrare gli spettatori dal vivo, Papero Alfredo ha puntato i piedi, lui è uno YouTuber, non gli va proprio di salire su un palcoscenico… La relazione fra il burattinaio e il burattino è una metafora ideale per portare in scena il rapporto fra genitori e figli: un padre con una mentalità e un lavoro antichi e un figlio che, al contrario, afferma la propria volontà di essere in linea con i modelli contemporanei. I due si confrontano sugli stili alimentari, parlano di musica e delle piattaforme online ma il loro costante battibeccare sottende una relazione sincera, ricca di ironia e verità. Bruce e Papero Alfredo danno così vita a una storia divertente che mostra come la generazione dei padri e quella dei figli siano destinate ad amarsi, sfidarsi e rincorrersi per l’eternità.
di Simone Guerro e Daria Paoletta
regia Daria Paoletta
con Simone Guerro
scenografia Ilaria Sebastianelli (da un’idea di Diego Pasquinelli)
burattini Sig. Formicola e Marina Montelli
costumi Federica Tantucci
produzione Teatro Giovani Teatro Pirata
con il sostegno di Alte Marche Creative
Teatro d'attore e di figura, dai 3 anni in su
Ingresso a pagamento dai 4 euro
5 gennaio ore 16.30 - Ingresso gratuito
Ouvertures des saponettes
Un concerto per bolle di sapone, uno spettacolo senza parole realizzato usando i linguaggi della clownerie e della pantomima. Il direttore d’orchestra è un buffo essere che, sopra il frac, indossa un grembiule. Ma i suoi strumenti non suonano alcuna musica e, anzi, dalla tromba spunta una rosa. Un direttore eccentrico che trasporta il pubblico nel mondo fragile delle bolle di sapone, dove l’imprevisto è sempre in agguato. Un direttore senza orchestra, un musicista senza strumenti, un cantante senza fiato per un concerto anomalo, per pensieri delicati e silenziosi, proprio come bolle di sapone. Un direttore incarnato dal mimo, clown e giocoliere Michele Cafaggi, artista unico, come ben sottolinea la motivazione del Premio Franco Enriquez, ottenuto nel 2016: «il suo teatro e le sue bolle piene di poesia catturano gli occhi e il cuore di grandi e bambini, i suoi spettacoli, sempre raffinati, estasianti, coinvolgenti, ricchi di clownerie, sono il frutto di una ricerca profonda e di una maturità, mimico-attoriale, raggiunta».
di e con Michele Cafaggi
regia Daniele Fossati
produzione TA-DAA!
Per tutti
22 dicembre ore 16.30 - Ingresso gratuito
Natale a suon di Hip Hop
Un’attrice aspetta con impazienza un ballerino hip hop per iniziare lo
spettacolo e, quando lui finalmente arriva, si entra nel vivo di una
narrazione che guarda al Natale da tre diversi punti di vista. Il primo è
quello di Rodolfo che, protagonista del Complotto di Babbi Natale di Ute
Krause, vuole scoprire attraverso un viaggio avventuroso se Babbo
Natale esista davvero; il secondo è quello di Goumba, il bambino africano
immaginato nell’omonimo racconto da Elisabetta Jankovic, che scopre
per la prima volta la tradizione dei regali di Natale e ne chiede uno un po’
insolito; il terzo è quello di Anna, al centro di Pacchetto rosso di Linda
Wolfsgruber e Gino Alberti, testimone dell’insolito itinerario percorso da
un dono che, infine, giungerà nelle mani del pubblico in sala. Piccoli ed
emozionanti racconti, tra gag e giochi teatrali, narrati e danzati su
musiche che spaziano dall’hip hop a classici di Natale rielaborati in
chiave contemporanea.
di Monica Mattioli
con Monica Mattioli e Massimo Prandelli
produzione Compagnia Teatrale Mattioli
Teatro d'attore e di figura, dai 3 anni in su
STAGIONE TEATRALE 2023/24
Stagione Teatrale 2023/2024 #NuovoCieloNuovaTerra.
Dall'8 settembre 2023 è possibile acquistare i nuovi abbonamenti e la Card da 6 ingressi a 130 € (con riduzioni per specifiche categorie di utenti) valida per tutti i titoli presenti in abbonamento al Teatro Dadà e nei Teatri ERT di Modena, Bologna e Cesena. La vendita dei biglietti inizierà il 22 settembre 2023.
Per scoprire il programma completo degli spettacoli: castelfranco.emiliaromagnateatro.com
Per informazioni sull'acquisto dei biglietti: https://castelfranco.emiliaromagnateatro.com/la-biglietteria/
Orari biglietteria: da giovedì a sabato dalle ore 10.00 alle 13.30
Tel. 059 927138
TEATRO RAGAZZI PER LE SCUOLE A.S. 2023/24
Rassegna per Famiglie- La Domenica al Teatro Dadà
PROGRAMMAZIONE TEATRALE ERT
TUTTORIAL. GUIDA CONTROMANO ALLA CONTEMPORANEITA'
13 aprile ore 19.00
Gli Oblivion, cinque irresistibili e perfidi artisti, definiti «atomizzatori di repertori musicali, pusher di pillole caricaturali», ricorrono alla propria carica dissacratoria per disegnare una “mappa canterina” per orientarsi nell’ancora parzialmente inesplorato territorio del Metaverso. La risposta in note e virtuosistici arrangiamenti alla transizione digitale: una “transizione musicale”.
di e con gli Oblivion: Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli
scene Lorenza Gioberti
costumi Erika Carretta
disegno luci Andrea Violato
regia Giorgio Gallione
produzione Agidi
foto di Laila Pozzo
DA QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO! IL METODO PIRANDELLO
26 marzo ore 20.30
Il talento poliedrico e irriverente di Paolo Rossi si confronta per la prima volta con il genio di Luigi Pirandello e, in particolare, con una delle sue opere metateatrali. Fra le mani dell’attore/regista/autore Questa sera si recita a soggetto si trasforma in canovaccio sul quale innestare un accurato lavoro sull’arte dell’improvvisazione, condotto sia con gli attori professionisti che con gli aspiranti tali, partecipanti ai laboratori ad hoc tenuti in giro per l’Italia da Rossi stesso. Uno spettacolo dinamico e flessibile, che assumerà ogni sera una fisionomia differente, anche grazie alla programmatica rottura della “quarta parete” e il coinvolgimento attivo degli spettatori. Spiega infatti il regista: «Ogni serata sarà speciale ed unica perché sarà come il primo giorno di prova di uno spettacolo teatrale: scopriremo il come, il quando e il perché nasce uno spettacolo, svelando la magia della creazione artistica e la nascita di una nuova opera».
di Paolo Rossi e Carlo G. Gabardini
con Paolo Rossi
con gli attori Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciari, Caterina Gabanella, Laura Bussani, Alessandro Cassutti
e con la partecipazione del pubblico
aiuto regia Luca Orsini
ideazione e regia di Paolo Rossi
scene Lorenza Gioberti
costumi Elisabetta Menziani
luci Elena Vastano
aiuto regia Luca Orsini
produzione Agidi
foto di Laila Pozzo
COME DIVENTARE RICCHI E FAMOSI DA UN MOMENTO ALL’ALTRO
2 aprile ore 19.00
Un nuovo spettacolo firmato dal talentuoso autore e regista emiliano Emanuele Aldrovandi per analizzare, con il suo stile tagliente e feroce, quell’insano e inappropriato rapporto che abbiamo instaurato fra felicità e realizzazione personale.
Dopo L’Estinzione della razza umana, spettacolo che racconta in chiave tragicomica quello che abbiamo vissuto negli ultimi due anni di pandemia, Aldrovandi si concentra sugli effetti di questa nostra modernità, sulla disinformazione e sul sistema profondamente disfunzionale che abbiamo instaurato con i social, prima tacciati di creare distanze tra le persone, e in pochi anni considerati l’unico modo per tenerle in contatto, unite. E capaci di arricchirle apparentemente senza sforzi.
Al centro della storia, una madre, interpretata da Serena Di Siena, e il suo piano bislacco per aiutare la sua bambina, di soli sei anni, a diventare un’artista di successo: per farlo è disposta a tutto. Lo spettacolo pone una riflessione su cosa sia la qualità artistica nell’epoca della post-verità e quando troppo spesso sia slegata dall’idea di successo.
Testo e regia di Emanuele Aldrovandi
con Giusto Cucchiarini, Tomas Leardini, Serena De Siena, Silvia Valsesia
scene Francesco Fassone
costumi Costanza Maramotti
produzione Associazione Teatrale Autori Vivi, ERT – Emilia Romagna Teatro, Teatro Stabile Torino
testo e regia di Emanuele Aldrovandi
LE SERVE
11 febbraio ore 16.00
Capolavoro di Jean Genet, liberamente ispirato a un fatto di cronaca che scosse l’opinione pubblica francese negli anni Trenta, Le serve è un perfetto congegno di teatro nel teatro che mette a nudo la menzogna della scena, “uno straordinario esempio di continuo ribaltamento tra essere e apparire, tra immaginario e realtà”, nelle parole di Jean-Paul Sartre.
La storia scritta da Genet è quella di due cameriere che allo stesso tempo amano e odiano la loro padrona, Madame. Le serve hanno denunciato il suo amante con delle lettere anonime. Venendo a sapere che l’amante sarà rilasciato per mancanza di prove, e che il loro tradimento sarà scoperto, tentano di assassinare Madame, falliscono, vogliono uccidersi a vicenda; una di esse si dà la morte.
Genet presenta le due sorelle, Solange e Clare, nella loro vita quotidiana, nell’alternarsi fra fantasia e realtà, fra gioco del delirio e delirio reale. A turno le due cameriere recitano la parte di Madame, esprimendo così il loro desiderio di essere “La Signora” ed ognuna di loro, a turno, interpreta la parte dell’altra cameriera, cambiando lentamente atteggiamento, dall’adorazione al servilismo, dagli insulti alla violenza. La rivolta delle serve contro la padrona – spiega la regista Veronica Cruciani che cura anche l’adattamento con la traduzione di Monica Capuani - non è un gesto sociale, un’azione rivoluzionaria, è un rituale. Questo rituale è l’incarnazione della frustrazione, l’azione di uccidere l’oggetto amato ed invidiato non potrà essere portata a compimento nella vita di tutti i giorni, viene ripetuta all’infinito come un gioco. Tuttavia questo gioco non raggiunge mai il suo apice, la messa in scena che le due sorelle compiono viene continuamente interrotta dall’arrivo della padrona. Secondo Sartre questo fallimento è inconsciamente insito nel cerimoniale stesso che le serve mettono in scena; il tempo sprecato nei preliminari non porterà al compimento del rituale. Anzi questo rituale diventa un atto assurdo, è il desiderio di compiere un’azione che non potrà mai superare la distanza che separa il sogno dalla realtà. Una fallimentare ripetizione magica, il riflesso deformato del mondo dei padroni, che le serve adorano, imitano, disprezzano.
Il ruolo di Madame è affidato a Eva Robin’s, icona pop del transgender dall’originale percorso teatrale (ha recitato, fra gli altri, Cocteau e Beckett ed è stata candidata all’Ubu per Tutto su mia madre). A interpretare le bonnes, due giovani attrici cresciute alla Scuola dello Stabile di Torino: Beatrice Vecchione – già diretta da Malosti, Martone e Muscato – e Matilde Vigna, Premio Ubu come Migliore attrice Under 35 e finalista 2022 per il Miglior nuovo testo italiano.
LE SERVE
di Jean Genet
con
Eva Robin’s-Madame
Beatrice Vecchione-Claire
Matilde Vigna- Solange
regia Veronica Cruciani
Traduzione di Monica Capuani
Adattamento di Veronica Cruciani
Scene di Paola Villani
Costumi di Erika Carretta
Drammaturgia sonora di John Cascone
co-produzione CMC/Nidodiragno, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Bolzano
DAVIDSON
26 gennaio alle ore 20.30
Con grande forza poetica e politica, lo spettacolo Davidson mescola linguaggi differenti e apre a un nuovo potenziale espressivo. Ispirato a Il Padre Selvaggio di Pier Paolo Pasolini, è una sceneggiatura soltanto abbozzata, iniziata nel 1962 e pubblicata postuma nel fatale 1975. È la storia di Davidson, un giovane liberiano sensibile e acuto che incontra un insegnante progressista e tormentato – una figura di frontiera, alter ego dello stesso Pasolini – che cerca di dare ai suoi allievi un’istruzione moderna e anticolonialista. L’opera è incentrata proprio sul conflitto che inevitabilmente si sviluppa tra l’insegnante e Davidson, diffidente verso il metodo innovativo e la cultura del suo docente. Al cuore del contrasto fra le due figure vi è ovviamente il rapporto tra bianchi e neri, inficiato dalla differente concezione della storia e dei rapporti di potere. Pasolini affronta, così, i temi della libertà e della democrazia ma anche della difficoltà di comprensione fra culture e generazioni apparentemente distanti. Quello dell’autore friulano è uno scritto breve e intenso, con una forte valenza politica oltre che poetica. Una sceneggiatura ibrida che unisce codici e linguaggi differenti, sviluppando così un grande potenziale espressivo. Una forma indefinita che palesa indubbie qualità visive che si prestano alla messa in scena danzata, in un’irresistibile vertigine tra opera letteraria e teatro fisico. A interpretare Davidson è stato chiamato Confident Frank, un giovane performer di talento incontrato da Balletto Civile durante il proprio lavoro sul territorio di Modena nell’autunno 2021. Accanto a lui, Maurizio Camilli, nel ruolo dell’insegnante. Il loro è, dunque, un dialogo a due voci, ciascuna contraddistinta da tonalità, colori, umori ben distinti: più morbide quelle dell’adulto, più dinamiche quelle del ragazzo.
Lo spettacolo è liberamente tratto dalla sceneggiatura Il Padre Selvaggio di Pier Paolo Pasolini
concept e drammaturgia Maurizio Camilli
coreografia Michela Lucenti
con Maurizio Camilli, Confident Frank
disegno luci Vincenzo De Angelis
disegno sonoro Andrea Gianessi
assistente alla regia Ambra Chiarello
assistente alla coreografia Francesco Collavino
collaborazione produttiva Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Balletto Civile
con il sostegno di Ater Circuito e ICK Amsterdam
si ringrazia Spazio Happen, Balletto Civile, Alessandro Berti
realizzato nell’ambito di "Come devi immaginarmi", dedicato a Pier Paolo Pasolini
nell’ambito di CARNE focus di drammaturgia fisica
foto di Donato Aquaro
IL CAPITALE - Un libro che ancora non abbiamo letto
19 dicembre alle ore 20.30
L’occupazione dello stabilimento di Campi Bisenzio della GKN è la più lunga del nostro Paese. Immersi nell’analisi del saggio di Marx, due artisti si avventurano tra quelle tensostrutture segnate dal licenziamento improvviso di 422 operai. Nasce così lo spettacolo di cui sono protagonisti alcuni di quei lavoratori, sul palco per chiedersi con gli spettatori «come stiamo in questo mondo di produzione quale è il capitalismo».
Un progetto di Kepler–452
drammaturgia e regia Enrico Baraldi, Nicola Borghesi
con Nicola Borghesi e Tiziana De Biasio, Francesco Iorio, Dario Salvetti,
Collettivo di fabbrica lavoratori GKN
luci e spazio scenico Vincent Longuemare
sound design Alberto Bebo Guidetti
video e documentazione Chiara Caliò
consulenza tecnico-scientifica su "Il Capitale di Karl Marx" Giovanni Zanotti
produzione Emilia Romagna Teatro
ERT/Teatro Nazionale
ACCABADORA
8 novembre 2023 alle ore 20.30
Nell'interpretazione intensa ed elegante di Anna Della Rosa, il celebre romanzo di Michela Murgia è occasione per una grande prova d'attrice. La protagonista di questo crudo e affascinante ritratto è Maria, la figlia di Bonaria Urrai, una sarta che all'occasione fa l'accabadora, termine sardo derivante dallo spagnolo "acabar", ossia finire, uccidere. Bonaria aiuta le persone a lasciare la vita.
dal romanzo di Michela Murgia
edito da Giulio Einaudi Editore
drammaturgia Carlotta Corradi
regia Veronica Cruciani
con Anna Della Rosa
produzione Saà Produzioni Creative, Emilia Romagna Teatro ERT/Teatro Nazionale
foto di Marina Alessi
Programma degli spettacoli delle Associazioni culturali 2024
STAGIONE TEATRALE 2022/23
Tutte le info nella locandina
12 e 13 maggio 2023 ore 20.30
TEATRO DEI VENTI
Amleto è il capitolo finale della trilogia shakespeariana a cura del Teatro dei Venti realizzato in collaborazione con le carceri di Castelfranco Emilia e Modena dopo Giulio Cesare e Macbeth alla radio.
La trama della tragedia si snoda nella cornice oscura di una Elsinore buia e austera, in un palazzo nero, composto di scale e piani che si intersecano tra loro fino a confondersi. I personaggi si inseguono in un ritmo incalzante, tramando e agitandosi, finché nella corte non irrompe il Teatro. Teatro e attori diventano allora armi per dare la caccia alle coscienze, per gettare luce su ogni inganno, per arrivare alla verità o a qualcosa che le somigli.
La drammaturgia è essenziale, il linguaggio è diretto, semplice, quasi del tutto privo dei giochi e delle vertigini che caratterizzano l'originale; giochi e vertigine si ritrovano però nella struttura scenica, nel movimento di insieme degli attori e nel montaggio delle sequenze. Non mancano i momenti lirici, ma sin dall'inizio l'obiettivo perseguito è quello della semplicità,con la volontà di arrivare al cuore delle questioni che attanagliano i personaggi e, come di consueto con Shakespeare, tutta l'umanità. I disegni della scenografia e dei costumi sono stati curati da uno dei detenuti della Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia nell’ambito di AHOS all Hands on Stage, progetto cofinanziato dal programma Creative Europe.
Per info e acquisto dei biglietti clicca qui
Teatro ragazzi per le scuole di Castelfranco Emilia a.s. 2022/23
Programma degli spettacoli delle Associazioni culturali
RIAPERTURA
Dopo i lavori di riqualificazione alla struttura iniziati a maggio 2021, riapre il Teatro Dadà di Castelfranco Emilia affidato dal Comune di Castelfranco Emilia a Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale presentando le attività dei prossimi mesi, da marzo a maggio 2023.
Proposte pensate per un pubblico trasversale e con la volontà di aprirsi a tutta la cittadinanza, alle scuole e alle famiglie.
Sabato 25 MARZO 2023
- ore 17.00 con il taglio del nastro e i saluti istituzionali, a seguire un rinfresco organizzato dal Comune di Castelfranco Emilia e offerto dalla Pizzeria Isidoro 1987, con un brindisi offerto da Cantine Riunite & Civ.
- ore 19.00 va in scena lo spettacolo tout public Anime leggere della compagnia ucraina di mimo Dekru.
Eredi spirituali di Marcel Marceau, sono un pluripremiato quartetto il cui virtuosismo fisico ha divertito e commosso spettatori di tutto il mondo, compresi i giurati di Ucraina’s got talent e Tu sì que vales Italia.
ANIME LEGGERE
scritto e diretto da Liubov Cherepakhina
con Mykyta Cherepakhin, Viktor Chuksin, Nataliia Neshva, Bohdan Svarnyk
produzione Mosaico Errante
distribuzione in esclusiva mondiale Circo e dintorni
Quattro figure vestite di nero e truccate di bianco con il solo uso del corpo evocano gli scenari più fantasiosi: un allegro circo, una gara olimpica, un misterioso mondo sottomarino e molto altro ancora. Sequenze tratte dalla quotidianità, fatta di tic comici e buffe situazioni, ma anche oniriche storie d’amore tra due statue viventi e poetici ritratti della natura. Un viaggio tra divertimento, poesia e satira sociale, con uno sguardo ironico e delicato.
>>> ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria
alla mail info.biglietteria@emiliaromagnateatro.com
Domenica 26 MARZO 2023
- ore 17.00 intitolazione del Foyer a Maurizio Baroni, cittadino di Castelfranco Emilia recentemente scomparso e noto collezionista di manifesti cinematografici. Nel tempo ha accumulato un patrimonio di 25.000 locandine, spartiti, biglietti, dischi e foto-buste di pellicole quasi tutti donati nel 2012 alla Cineteca di Bologna. L’ultima raccolta Morricone, presentata nel 2019 a Milano, contiene circa 400 colonne sonore con partiture e riproduzioni di copertine di Lp.
- ore 18.00 concerto eseguito da La Toscanini NEXT
Roger Catino direttore
La Toscanini Next: Isotta Violanti flauto;
Alessandro Schiavetta clarinetto; Alessandro
Salaroli saxofono; Luca Crusco saxofono;
Ethan Bonini saxofono; Eoin Setti saxofono;
Martino Mora percussioni; Fabio Orlandelli
batteria; Matteo Chirivì chitarra elettrica e
acustica; Luca Marchi basso elettrico; Andrea
Coruzzi fisarmonica; Rosita Piritore pianoforte;
Alessandro Zezza tastiera
La Toscanini Next è un’orchestra di musicisti under 35. In questo concerto l’ensemble propone un viaggio fra le variopinte note delle composizioni musicali per il cinema, dai capolavori di Ennio Morricone alle sonorità struggenti di Francis Lai (Love Story), fino alle amate colonne sonore di Henry Mancini (Colazione da Tiffany e The Blues Brothers), Charlie Chaplin (Luci della ribalta), Vangelis (Momenti di Gloria), Hans Zimmer (Il gladiatore).
>>> ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria
alla mail info.biglietteria@emiliaromagnateatro.com
ORIGINI E STORIA
Già agli inizi del '700 a Castelfranco Emilia era attivo un teatro, gestito dal 1759 dalla locale società denominata Accademia dei Rinascenti e, dopo la sua ricostruzione nel 1813, affidato alla Società dei Palchisti. Nel 1882, il Comune, volendo ampliare il Palazzo Comunale, soppresse il Teatro Sociale, collocato proprio all'interno dell'edificio. Solo nel 1913 il Teatro Comunale venne riaperto, trovando sede nel salone centrale dell'asilo Zucchini-Solimei, uno splendido edificio in stile Liberty costruito nel 1906. Su quel palco per decenni si tennero tantissimi spettacoli, dalla prosa alle opere liriche, dal varietà alle conferenze fino alle proiezioni cinematografiche.
Alla metà degli anni Trenta del Novecento, considerate le precarie condizioni in cui versava il cinema-teatro, l'Amministrazione comunale ne decise la ricostruzione; dal 1933 al 1938 diversi furono i progetti realizzati a tale fine, ma non vennero mai attuati, soprattutto a causa dell'avvento del secondo conflitto mondiale. Terminata la guerra, in un clima decisamente favorevole allo sviluppo dei cinematografi, fu deciso di ripristinare l'ormai inutilizzato Teatro Comunale. I lavori per la sistemazione iniziarono con una prima fase nel 1953-55 e poi proseguirono nel 1958. I lavori, ultimati nel 1961, modificarono però completamente la fisionomia del pregevole prospetto principale realizzato nei primi anni del Novecento. Nel 1986, la vetusta sala del cinema-teatro comunale, oramai chiusa da anni, fu nuovamente ristrutturata e trasformata in Centro Culturale Polivalente. Il 16 novembre 1989 è stato inaugurato lo Spazio di Comunicazione Globale Dadà, con un concerto musicale, uno spettacolo di cabaret e la proiezione di film storici.
Nasce così il Dadà, centro di programmazione di spettacoli teatrali, musicali e cinematografici e sede di prova per gruppi musicali e teatrali.
Il Teatro è gestito dal 1995 da ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione.
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