Descrizione
Nel territorio di Castelfranco Emilia si trova una parte del sito su cui si estende la cassa di espansione del Canale di San Giovanni, che copre un'area di circa 35 ettari.
Il sito si estende in pianura per 103 ettari nella provincia di Modena e 223 ettari nella città metropolitana di Bologna e comprende la cassa di espansione del Canale di San Giovanni e i bacini di Tivoli. I bacini di Tivoli sono divisi in due gruppi, uno di 15 ettari e l'altro di 25 ettari, separati dalla strada che collega Tivoli a Castelfranco Emilia. Sono stati creati negli anni '60 e '70 principalmente per scopi ittici e una parte di essi è ora in stato di abbandono.
La cassa di espansione, che ricade nella provincia di Modena, è costituita da tre bacini con acque poco profonde che si estendono su una superficie complessiva di circa 30 ettari e sono caratterizzati da una ricca vegetazione palustre. Nelle vicinanze della cassa, si trovano rimboschimenti con specie autoctone e pioppeti artificiali.
Questa struttura fu costruita nel 1965 per proteggere Persiceto e la frazione di Decima da possibili inondazioni ed è collocata in una delle più importanti zone umide dell'Emilia centrale. L’area dell’ex discarica, posta a ovest della cassa di espansione, e ripristinata con rimboschimenti a partire dagli anni ’90, è di proprietà del Comune di Castelfranco Emilia, che segue la gestione e la manutenzione dei percorsi di visita, fra i quali sono disponibili:
- Percorso delle acque
lunghezza 1350 metri – partenza dal parcheggio “dei Pioppi” incrocio via Gragnani/Carletto o dal parcheggio “del Mulino” in via Carletto; - Percorso dei boschi
lunghezza 1400 metri – partenza dal parcheggio “dei Pioppi” incrocio via Gragnani/Carletto
Le Vasche di Tivoli nel territorio di Persiceto e la cassa di espansione del Canale di San Giovanni a Manzolino, Castelfranco Emilia, formano un unico territorio naturalistico dove l'acqua viene raccolta in ampi bacini arginati, che sono stati creati per la coltivazione del pesce o per scopi idraulici.
Quest'area è stata riconosciuta come Sito di Importanza Comunitaria (SIC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) per gli uccelli. Nei tre bacini si trova una ricca vegetazione palustre con canneti che forniscono un luogo sicuro per il rifugio e la nidificazione di molte specie animali. La fauna dell'oasi comprende anfibi, rettili (come la testuggine palustre e la natrice tassellata), mammiferi (come la volpe e la nutria) e soprattutto uccelli palustri, come gli aironi, i falchi di palude, gli svassi, le folaghe e i cormorani.
Appena fuori da Manzolino si trova il mulino abbandonato di Formagliaro con il suo lungo portico che funge da punto di riferimento. Da lì, si può lasciare l'auto o la bicicletta e, seguendo il canale, raggiungere facilmente il luogo per l'osservazione degli uccelli. Sono presenti due punti di osservazione con accesso libero: il piazzale panoramico, aperto a tutti, situato sul lato ovest, e la torretta, situata sul lato est.
Questa zona, nonostante le sue finalità idrauliche, ha sempre svolto un ruolo importante come area naturalistica e nel 1984 è stata istituita come Oasi faunistica. Si è scoperto, infatti, che i bacini costituivano un richiamo straordinario per numerose specie di uccelli acquatici; la profondità e l'estensione dei bacini permettono la sosta di numerose anatre, come il germano reale, la marzaiola, l'alzavola, il mestolone e il fischione, che spesso qui si trovano in gran numero. Questa caratteristica diventa subito evidente quando ci si affaccia dalla torretta di osservazione. Le anatre utilizzano le rive emerse e i canneti per nidificare, nascoste e protette dai predatori. Un'altra specie caratteristica che si trova quasi esclusivamente nella cassa di espansione è lo svasso maggiore, che si immerge frequentemente vicino agli argini alla ricerca di pesce.
Recentemente, a est della cassa, è stata creata una nuova zona umida su terreni di proprietà del Consorzio della Bonifica Burana, che gestisce anche l'area. Questa zona comprende acque poco profonde e canneti che attraggono numerosi aironi, i quali usufruiscono anche di due grandi alberi secchi, ideali come posatoi e situati di fronte a uno dei capanni di osservazione. Le rive delle isolette emergenti sono battute dai piro piro, dal beccaccino e, durante la primavera e l'estate, dal Cavaliere d'Italia. La parte della cassa di espansione e della nuova zona umida di Manzolino è di proprietà del Consorzio della Bonifica Burana, che si occupa della gestione idraulica e naturalistica. L'area dell'ex discarica, situata a ovest della cassa di espansione, è stata ripristinata con rimboschimenti a partire dagli anni '90 ed è di proprietà del Comune di Castelfranco Emilia, che si occupa della gestione e della manutenzione dei percorsi di visita in questa zona.
Il sito ospita sei habitat di interesse comunitario, di cui uno prioritario, che coprono meno del 10% della superficie del sito. Questi includono stagni temporanei mediterranei, laghi eutrofici naturali con vegetazione di Magnopotamion o Hydrocharition, vegetazione temporanea di acque oligo-mesotrofiche, due habitat di acque laminari nitrofile con vegetazione di Paspalum e foreste a galleria di Salix alba e Populus alba. L'ambiente delle acque stagnanti è circondato da cinte elofitiche con habitat d'interesse regionale di canneti e magnocariceti.
Modalità di accesso
Per prenotare una visita con la guida ambientale Mirko Monari:
cell.: 333 9322125
e-mail: mirko-mo@alice.it
Indirizzo
Contatti
Ultimo aggiornamento: 26-02-2025, 12:37